Quanto si guadagna con i buoni fruttiferi postali? Ecco la risposta

I buoni fruttiferi postali identificano naturalmente una delle principali forme di “oggetto da investimento” a basso rischio e rendimento continuo e sicuro lungo un periodo di tempo specifico. Da anni i buoni fruttiferi postali sono stati diversificati in varie tipologie, e costituiscono uno dei principali ambiti del risparmio postale, nonchè uno dei più antichi.

Ma quanto si guadagna con i buoni fruttiferi postali? Come detto, dipende dalla tipologia scelta, un tempo il loro rendimento in proporzione era decisamente importante. I buoni fruttiferi permettono comunque diversi aspetti positivi e non hanno veri e propri costi di apertura, gestione e chiusura, quindi sono identificati come utili per molte forme di cittadino.

Come funzionano i buoni fruttiferi postali

Il buono fruttifero postale, come si può intuire dal nome serve a “far fruttare” i nostri risparmi, non esiste una vera e propria forma di limite di denaro che possiamo associare al buono (si parte da una base di 50 euro), grazie al sistema delle obbligazioni che coinvolge tutti questi tipi di beni controllati e garantiti dallo stato Italiano fin dalla sua fondazione.

Tra i vantaggi dei buoni figurano la facilità di uso, ed il contesto di cedole di interesse che sono pagate a cadenza semestrale, queste permettono di ottenere un guadagno essendo delle obbligazioni che è in percentuale, naturalmente questa viene calcolata in base all’importo che abbiamo scelto di unire al buono fruttifero. Quanto possiamo guadagnare?

La possibilità di rendita

Dipende naturalmente dalla tipologia: il buono fruttifero postale ordinario, quello più comune garantisce un rendimento annuo lordo pari al 2.00 % dell’importo fino alla scadenza, che in questo caso è di 20 anni, garantendo dei tassi fissi di rendimento. Inoltre questa forma di buono garantisce un rimborso totale del capitale reinvestito naturalmente entro i termini di prescrizione. Altri buoni diffusi sono:

  • Il buono fruttifero per minorenni, associabile entro i 16 anni di età e valevole fino ai 18 anni con un rendimento annuo lordo fino al 5 % può essere aperto da un genitore o da chiunque altro, maggiorenne
  • Il buono 3×2 con rendimento annuo lordo fino al 1,25 % con scadenza a 6, interessi riconosciuti già dopo 3 anni
  • Buono 3×4 con scadenza a 12 anni, rendimento a 2 %, con interessi riconosciuti dopo 3, 6 o 9 anni

Mediamente i buoni quindi presentano una continuità di rendimento tanto più legata alla scadenza progressiva, che come evidenziato arriva al massimo a 20 anni. Dopodichè il Buono resta attivo ma non permette più di generare il rendimento calcolato. Fino al 1987 tutti i buoni fruttiferi postali erano esentati al 100 % dalla pressione fiscale.

Dopo il 1987 viene calcolato un importo da pagare allo stato sotto forma di tasse pari al 12,5 %, esclusivamente legato però ai redditi accumulati nel tempo. I buoni fruttiferi possono essere gestiti sia dal punto di vista cartaceo, quindi utilizzando il vero e proprio libretto per gestire tutti i movimenti ma anche quello in forma digitale, attraverso l’app di Banco Posta.

Lascia un commento